All’ originario progetto Giordano, che prevedeva la regolamentazione del Tirso con la costruzione di una diga della capacità di 33 mil- di mc, il Governo attraverso una proposta del ministro Sacchi, l’8 maggio 1913, presentò un disegno di legge di iniziativa ministeriale “ sui provvedimenti relativi alla costruzione di serbatoi e laghi sul Tirso e sui fiumi Silani”, legge approvata il 30 maggio successivo , provvedimento supportato sulla base degli studi compiuti, per il bacino del Tirso dall’ ing. Angelo Omodeo, il quale progettava e prevedeva la realizzazione di un bacino, la cui capacità complessiva non doveva essere inferiore a 330.000.000. di mc. di cui 280.000.000 per immagazzinare l’acqua necessaria per provvedere alla irrigazione e con la capacità residua regolare le piene del Tirso, come dall’ art. 1 del disciplinare di concessione. Ciò comportò, da parte della Banca Commerciale Italiana, la formazione di un gruppo di imprese, Elettrica Sarda, Imprese Elettriche del Tirso, Società Strade Ferrate Meridionale, che svilupparono la loro azione con la costruzione di dighe e bacini (Tirso, Flumendosa, Coghinas), per la distribuzione di energia elettrica nell’isola.
Nel 1918, con la direzione unificata del gruppo affidata alle notevoli capacità dell’Ing. Giulio Dolcetta, prese avvio la terza linea di intervento volta ad utilizzare, attraverso una nuova società, la SBS, le dighe e l’energia elettrica anche per la realizzazione di bonifiche idrauliche ed agrarie dando cosi corpo allo studio di due eminenti tecnici agrari, Vittorio Alpe ed Arrigo Serpieri, i quali avevano valutato la possibilità che il Campidano oristanese potesse essere trasformato con l’ irrigazione.

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